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Enio 62°
Compleanno
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a Chieti 2010
Quest'anno
a
differenza
di
tutti
gli
altri,
ho
deciso
di
festeggiare
il
mio
compleanno
a
Chieti.
Mi
sono
preso
una
bella
settimana
di
vacanza
e
sono
partito
da
Trento
sabato
alle
10:10
col
treno
Bolzano
Lecce
e
sono
arrivato
a
Pescara
alle
17:27
dello
stesso
giorno...
alle 18 ero a casa di mamma. ogni volta che
torno a casa, alle mie origini, mi sembra di
venire a ricaricare quella molla che ormai
da sessantadue anni, manda avanti la mia
vita. Il tempo, quì a Chieti, non sembra
passare mai o passare più lentamente, perchè
a differenza di altre città, negli ultimi
cinquant'anni,quì, niente è mutato.
"...O
divina virtù, se mi ti presti
tanto che l'ombra del beato regno
segnata nel mio capo io manifesti,
vedra'mi al piè del tuo diletto legno
venire, e coronarmi de le foglie
che la materia e tu mi farai degno... "
Dante -paradiso |
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Sono 62!!! Aiuto
voglio scendere!! Scherzo, ma la cosa più assurda è
guardarsi allo specchio e rendersi conto che il tempo passa,
mentre dentro ti senti quello di sempre!! Anche quest'anno,
a novembre, esattamente il 24, ho guadagnato, come mi
scriveva il fratellino in una SMS alle 8 del mattino, un
anno di più. Ho finito quindi di consumare il 62 esimo e ho
incominciato a mangiarmi i primi 4 giorni del 63 esimo. Son
contento perchè non me li sento proprio anche se ho messo su
qualche chiletto in più e ogni giorno che passa mi
riprometto di fare una dieta... L´anno che sta terminando
porta con sé, rafforzandolo, anche l´ultimo dato demografico,
che ho letto su Internet in questi giorni, sulla popolazione
italiana. Pare che su 100 persone, siamo in 40 oltre i 50
anni e 20 quelli sopra i 65. È un dato non disperante, ma di
speranza. Anche perché sono 20 i giovanissimi, 10 bambini e
9 gli adolescenti, per i quali dobbiamo saper salvaguardare
e progettare la città futura. Non prendo in considerazione i
rimanenti 40, compresi nell´età di mezzo tra i 20 e i 40 che,
prevalentemente presi dai pensieri di sistemazione economica,
di sesso e sentimenti, di matrimoni e separazioni, di
affermazioni sociali varie, hanno tante di quelle gatte da
pelare che è bene non affidare loro troppo in tema di
progetti collettivi. Che pensino a se stessi, che basta e
avanza. Quindi "Largo ai giovani". Questa è una frase
abbastanza ipocrita, in contraddizione con una società che
sta rendendo loro la vita abbastanza difficile, motto di chi
vuol derogare dalle proprie responsabilità di timoniere. Chi
invece meglio delle persone con più di mezzo secolo di
storia è prezioso per lo sviluppo della società futura ? Gli
anziani hanno una qualità che li rende ineguagliabili: la
forza del carattere. Io parlo per partito preso, ma se
riflettete un po, vi accorgete che è proprio così. Per
intenderci, la lingua inglese, che ho tanto amato e che mi
causava anche numerose sofferenze estive quando non c´erano
i debiti scolastici, oggi ci offre uno spazio
concettuale
significativo per iniziare una riflessione seria sulla
vecchiaia. In inglese la domanda sull´età è notoriamente
formulata con «how old are you?», quanto vecchio sei tu? E
la cosa messa in questo modo rende evidente la qualità e lo
spessore tra chi è di appena sette anni vecchio e chi invece
può vantare settantasette years old. La bilancia della
credibilità e dell´esperienza pende immediatamente dalla
parte del secondo. Per altro "vecchio è bello" è un concetto
che non può sfuggire in terra teatina, terra di viti e
vitigni pregiati, nonostante l'ENI voglia al loro posto
impiantare le sue puzzolentissime raffinerie del greggio
estratto dalle piattaforme al largo di Ortona. La nostra è
anche terra di sommelier che del vino apprezzano "la forza
del carattere" e quella robustezza che solo il passar degli
anni dona con pienezza. Che cosa dobbiamo intendere per
forza del carattere? Il carattere è una dimensione della
persona che va oltre la specificità dei pregi e dei difetti,
va oltre l´idealità e le pulsioni. Noi parliamo di carattere
anche per quanto riguarda un bambino, un adolescente, un
giovane, ma sappiamo che si tratta sempre di carattere in
formazione. Perché è col tempo e solo col tempo che si forma
il carattere. Il tempo è il medium essenziale del nostro
carattere. Noi sbaglieremmo se pensassimo le forze
produttive in modo riduttivo, come quelli che si alzano al
mattino e vanno al lavoro, e per proseguire con la metafora
del vino, quelli, pur indispensabili, che coltivano l´uva e
la trasformano in vino imbottigliato. Una forza produttiva
indispensabile è il tempo. Il tempo che porta l´anno a
concludersi e l´uomo a morire, ci offre anche il momento o
meglio la fase che è stata sottolineata come quella della
forza del carattere. Il carattere è una dimensione che va
oltre, dicevo, le qualità e i difetti, che va oltre la
moralità e la volontà, il carattere, come determinazione ad
essere se stessi, acquisisce sapore proprio col tempo. Il
carattere è ciò per cui un vecchio corrisponde sempre più
all´immagine che aveva di sé da giovane e da adulto. È ciò
che dà autorità anche senza potere. È ciò per cui una
persona anziana sa andare controcorrente, sa rischiare di
offendere per difendere valori importanti. Un vecchio sa
dare valore ai contenuti innocenti di un bambino contro i
pragmatismi propri
della generazione
intermedia degli adulti. "Trascurando i vecchi, impediamo
l´evoluzione della specie umana. E continueremo a impedirla
finché non riconosceremo che il carattere invecchiato è in
grado di proteggere la civiltà dalla sua stessa frenesia
predatoria e distruttiva... prima di andarsene i vecchi
vogliono assicurarsi che il patto di reciproco sostegno tra
gli esseri umani e tra gli esseri e la natura duri anche
dopo di loro". Dopo i tanti inviti ad ascoltare i giovani,
ecco, questo è l´invito a non considerare la vecchiaia come
il diluvio universale, ma una ulteriore opportunità che la
natura della società e della vita ci offre. Io come dicevo
sono di parte, quindi voi regolatevi come credete...
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